Sessantotto! Per ritrovarsi… 50 anni dopo

Riceviamo dagli organizzatori e volentieri pubblichiamo questo appuntamento presso
Universita’ Degli Studi La Sapienza
Piazzale Aldo Moro, 5, 00185 Roma:
L'immagine può contenere: una o più persone e sMS
Sessantotto! Per ritrovarsi – una giornata di dibattito
Incontro pubblico organizzato da MicroMega, magazine diretto da Paolo Flores D’Arcais.
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Cari autori e care autrici, la giornata del 1° febbraio si avvicina.

 Ecco il programma dell’evento ad oggi (qualora chi non l’avesse già fatto volesse accogliere l’invito a intervenire ne saremmo lieti):
 
Alle ore 11, presso l’Aula I di Lettere dell’Università La Sapienza, Luciana Castellina, Francesco Pardi, Franco Piperno, Franco Russo discutono con le studentesse Camilla Caglioti e Laura Cocciolillo. Dirige il confronto Lucia Annunziata, direttore di Huffington Post.
 
Alle ore 16,30, nell’Aula Magna del Rettorato, il numero speciale di MicroMega sarà presentato da Andrea Camilleri, Carlo Verdone, Nicola Piovani, Paolo Mieli, Luciana Castellina, Paolo Flores d’Arcais (tutti presenti con la loro testimonianza nei due volumi).
 

Vi chiediamo la gentilezza di diffondere la notizia attraverso i vostri canali e di condividere il link all’evento Facebook sulle vostre pagine:

https://www.facebook.com/events/138063056888458/

 
Cordialmente,
 
Ingrid Colanicchia

DELL’ONESTA’ E DI ALTRE ILLECITE ITALICHE ATTIVITA’

Nel suo “Apologo sull’onestà nel paese dei corrotti” uscito su la Repubblica, 15 marzo 1980, Calvino definisce gli onesti come una contro società che “forse sarebbe riuscita a persistere ancora per secoli, in margine al costume corrente, senza altra pretesa che di vivere la propria diversità, di sentirsi dissimile da tutto il resto, e a questo modo magari avrebbe finito per significare qualcosa d’essenziale per tutti, per essere immagine di qualcosa che le parole non sanno più dire, di qualcosa che non è stato ancora detto e ancora non sappiamo cos’è”.
Siamo arrivati a questo? Direi di sì, anzi, siamo oltre. Siamo alla clandestinità. Gli onesti cominciano ad aver paura di apparire tali e non se la sentono più di proclamare con orgoglio: «Sono una persona onesta» per paura di sentirsi rispondere: «Peggio per te!». E quel ”Peggio per te” suona come una minaccia che sottintende un «Adesso sono cazzi tuoi!».
Davanti a questa situazione mi chiedo se io sia una persona onesta e se debba aspettarmi i “cazzi miei”. Mi rispondo che sì, sono onesto. E qui comincia il dubbio: lo sono perché non ho accettato di essere corrotto o lo sono perché nessuno ha mai tentato di corrompermi?Per saperlo dovrei affrontare la prova.
Preferisco di no. Potrei sorprendermi disonesto e non mi piacerebbe, dopo una vita di illusioni. Anche se con la qualifica di disonesto apparterrei di diritto alla maggioranza dei “fanno tutti così”, come, più o meno, proclamò Craxi buonanima davanti al parlamento.
Eppure, l’occasione per mettere alla prova il mio grado di onestà c’è stata. Esattamente il 16 gennaio 2015 quando il dottor De Benedetti seppe  dal capo del governo che un decreto avrebbe salvato non so quali banche in difficoltà.
Non è un segreto: l’ha rivelato lo stesso De Benedetti, anche se non tutti i giornali lo hanno riportato. Chissà perché.
Se il dottor Renzi avesse avvertito anche il sottoscritto, forse anch’io avrei  partecipato al banchetto borsistico.
Vero è che non avrei avuto da investire i cinque milioni di De Benedetti e i 600 mila euro guadagnati…
Ho qualche difficoltà a scrivere “guadagnati onestamente”.
… e i 600 mila euro me li sarei sognati.
In ogni caso i miei quattro stracci da mettere su quelle banche ce li avevo. Sono uno che si accontenta.
Meglio che il dottor Renzi non mi abbia coinvolto. Posso restare con l’illusione di essere uno degli ultimi onesti in un mondo disonesto.
Fino a quando lo resisteremo, amici miei onesti?
Fino alla emanazione, immagino prossima, della legge che fisserà un limite all’onestà e stabilirà che fino a 50 mila euro (una cifra a caso) si può essere onesti. Oltre, l’onestà non sarà più tollerata e verrà punita esemplarmente. Forse con il carcere, forse con pene corporali o, può darsi, con l’obbligo della povertà per l’intera esistenza. La pena dipenderà dal legislatore. Cioè dal parlamento.
Siamo messi così.
Veramente io vivo in tempi oscuri… poetava il buon B.B. Correva l’anno 1938 dell’era hitleriana.
Cosa scriverebbe oggi 2018 dell’era dell’italica impunità?

loriano macchiavelli