FRA LE RIGHE 2

Ottant’anni dopo: io c’ero e voglio che non accada mai più.

Epigrafe del poeta Salvatore Quasimodo per il faro Commemorativo di Marzabotto.
Questa è memoria di sangue,
di fuoco, di martirio,
del più vile sterminio di popolo
voluto dai nazisti di von Kesselring
e dai loro soldati di ventura
dell’ultima servitù di Salò
per ritorcere azioni di guerra partigiana.
I milleottocentotrenta dell’altipiano
fucilati ed arsi,
 da oscura cronaca contadina e operaia
entrano nelle storia del mondo
col nome di Marzabotto.
Terribile e giusta la loro gloria:
indica ai potenti le leggi del diritto,
il civile consenso
per governare anche il cuore dell’uomo,
non chiede compianto o ira,
onore invece di libere armi
davanti alle montagne e alle selve
dove il Lupo e la sua Brigata
piegarono più volte
i nemici della libertà.

Fra le righe 1

L’articolo 11 della nostra Costituzione avverte noi tutti, cittadini qualsiasi, che “L’Italia ripudia la guerra”. L’avvertimento è rivolto in particolare agli eletti poiché sono coloro che potrebbero trovarsi nella condizione di fare una scelta.
Più che un avvertimento, è un ordine. Perentorio. Significa che l’Italia non solo rifiuta la guerra come strumento di offesa e risoluzione delle controversie internazionali. La abomina, l’aborre, la detesta, la disdegna, la disprezzare, la odia, la rifugge, le si oppone, la respinge.

Solo un ignorante presuntuoso stupido, consciamente e pervicacemente in malafede, può cercare cavilli per non attenersi a un ordine tanto chiaro, preciso, non altrimenti interpretabile. Può illudersi che esistano scappatoie per eludere il comandamento.
Nessun politico degno di questa qualifica, eletto o con impegno che preveda il giuramento del rispetto della Costituzione, può venir meno a tale imposizione. Se lo fa, noi tutti dovremmo avere gli strumenti per esautorarlo dal suo ruolo istituzionale.

Nell’attesa (1999) abbiamo bombardato Belgrado: D’Alema premier, Mattarella vice premier.
Aspettando il seguito, timidamente vi saluta,
il macchia
che conta come il due di bastoni quando briscola è coppe, ma vuol dire la sua.