L’articolo 48 della nostra Costituzione stabilisce che
Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed uguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.
Più avanti si legge:
Il diritto di voto non può essere limitato.
Poche righe, ma con un peso enorme, se noi lo vogliamo.
Vuol dire, amici miei, che al momento del voto siamo tutti uguali, che abbiamo o potremmo avere lo stesso valore davanti all’intero mondo. Finalmente!
Non sciupiamo questa straordinaria occasione. Anzi, questo privilegio.
Non capita tutti i giorni. E potremmo pentircene. In quel caso, sarà tardi. E se le cose non andranno come vorremmo andassero, sarà anche colpa nostra.
Non ho dubbi: andrò a votare per i 5 referendum di giugno. Sono uno straordinario strumento di partecipazione diretta alle scelte che regolano la nostra vita sociale e la convivenza civile del paese, come stabilisce la nostra Costituzione. E io ci tengo alla Costituzione. Me l’hanno regalata i nostri padri e so che è costata molto. In tutti i sensi.
Nella questione del voto sono rigoroso, prima di tutto con me stesso. Non capisco l’astensionismo. Cosa mi dà? A chi giova? Perché non fa paura?
Riflettiamoci e diamoci qualche risposta onesta. Senza ipocrisia.
I referendum che dobbiamo andare a votare riguardano diritti fondamentali del lavoro e della cittadinanza.
La nostra risposta deve essere netta: Sì, Sì, Sì, Sì, Sì.
Dopo ci sentiremo più tranquilli: avremo fatto il nostro dovere, come da Costituzione, e tutti noi, e tutti i nostri figli saremo più tutelati.
macchia
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FRA LE RIGHE 2
Ottant’anni dopo: io c’ero e voglio che non accada mai più.
Epigrafe del poeta Salvatore Quasimodo per il faro Commemorativo di Marzabotto.
Questa è memoria di sangue,
di fuoco, di martirio,
del più vile sterminio di popolo
voluto dai nazisti di von Kesselring
e dai loro soldati di ventura
dell’ultima servitù di Salò
per ritorcere azioni di guerra partigiana.
I milleottocentotrenta dell’altipiano
fucilati ed arsi,
da oscura cronaca contadina e operaia
entrano nelle storia del mondo
col nome di Marzabotto.
Terribile e giusta la loro gloria:
indica ai potenti le leggi del diritto,
il civile consenso
per governare anche il cuore dell’uomo,
non chiede compianto o ira,
onore invece di libere armi
davanti alle montagne e alle selve
dove il Lupo e la sua Brigata
piegarono più volte
i nemici della libertà.
Fra le righe 1
L’articolo 11 della nostra Costituzione avverte noi tutti, cittadini qualsiasi, che “L’Italia ripudia la guerra”. L’avvertimento è rivolto in particolare agli eletti poiché sono coloro che potrebbero trovarsi nella condizione di fare una scelta.
Più che un avvertimento, è un ordine. Perentorio. Significa che l’Italia non solo rifiuta la guerra come strumento di offesa e risoluzione delle controversie internazionali. La abomina, l’aborre, la detesta, la disdegna, la disprezzare, la odia, la rifugge, le si oppone, la respinge.
Solo un ignorante presuntuoso stupido, consciamente e pervicacemente in malafede, può cercare cavilli per non attenersi a un ordine tanto chiaro, preciso, non altrimenti interpretabile. Può illudersi che esistano scappatoie per eludere il comandamento.
Nessun politico degno di questa qualifica, eletto o con impegno che preveda il giuramento del rispetto della Costituzione, può venir meno a tale imposizione. Se lo fa, noi tutti dovremmo avere gli strumenti per esautorarlo dal suo ruolo istituzionale.
Nell’attesa (1999) abbiamo bombardato Belgrado: D’Alema premier, Mattarella vice premier.
Aspettando il seguito, timidamente vi saluta,
il macchia
che conta come il due di bastoni quando briscola è coppe, ma vuol dire la sua.
CONTINUO CON LA GERMANIA
non perché mi stia antipatica. Voglio bene all’umanità intera, se l’umanità lo merita.
Continuo con la Germania perché ho idea che tiri una brutt’aria anche da quelle parti e poi quello che sta succedendo in quel paese, è emblematico per i cambiamenti che stanno avvenendo in Europa e nel mondo.
All’uscita del romanzo Vola Golondrina, scritto assieme all’amico Franzec e in libreria nel 2024, la nostra agente letteraria lo ha proposto all’editore tedesco che ha pubblicato i nostri romanzi precedenti. La risposta è stata rapidissima: non pubblichiamo Vola Golondrina perché è un romanzo troppo politico.
Per chi vuole vedere i fatti nella loro dimensione, la risposta dell’editore tedesco era già un segnale di cambiamento politico e sociale. Il resto arriverà, abbiate fiducia amici miei.
macchia
A PROPOSITO DI ELEZIONI IN GERMANIA
Rosas la pensa così.
Dovete stare a sapere, cara la mia gente, che una volta esisteva, dopo la fine della seconda guerra mondiale, l’Unione Europea e la gente si sentiva più tranquilla, era convinta che non ci sarebbe mai stato una terza guerra mondiale. Gli erano bastate, e avanzavano, le prime due.
Si sbagliavano alla grande. Il lavoro di pulizia, intesa metaforicamente, era solo iniziato.
E voi, imparate che occorre vedere
e non guardare in aria: occorre agire
e non parlare. Questo mostro stava,
una volta, per governare il mondo!
I popoli lo spensero, ma ora
non cantiamo vittoria troppo presto:
il grembo da cui nacque è ancora fecondo.
Frasi scritte, lette e rilette, recitate e ripetute mille e mille volte e mai veramente ascoltate, mai veramente capite. Mai veramente entrate nella memoria storica.
Quel grembo era purtroppo, ancora fecondo e il mostro nazifascista si aggira per l’Europa riproponendo il suo macabro rituale. La Resistenza non può finire.
In fede, Rosas.
PS. Consiglio di leggere Un sogno chiamato Europa, di Mauro Maggiorani.
Potreste scoprire la differenza fra ieri e oggi.
In fede Macchia