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DELL’ONESTA’ E DI ALTRE ILLECITE ITALICHE ATTIVITA’

Nel suo “Apologo sull’onestà nel paese dei corrotti” uscito su la Repubblica, 15 marzo 1980, Calvino definisce gli onesti come una contro società che “forse sarebbe riuscita a persistere ancora per secoli, in margine al costume corrente, senza altra pretesa che di vivere la propria diversità, di sentirsi dissimile da tutto il resto, e a questo modo magari avrebbe finito per significare qualcosa d’essenziale per tutti, per essere immagine di qualcosa che le parole non sanno più dire, di qualcosa che non è stato ancora detto e ancora non sappiamo cos’è”.
Siamo arrivati a questo? Direi di sì, anzi, siamo oltre. Siamo alla clandestinità. Gli onesti cominciano ad aver paura di apparire tali e non se la sentono più di proclamare con orgoglio: «Sono una persona onesta» per paura di sentirsi rispondere: «Peggio per te!». E quel ”Peggio per te” suona come una minaccia che sottintende un «Adesso sono cazzi tuoi!».
Davanti a questa situazione mi chiedo se io sia una persona onesta e se debba aspettarmi i “cazzi miei”. Mi rispondo che sì, sono onesto. E qui comincia il dubbio: lo sono perché non ho accettato di essere corrotto o lo sono perché nessuno ha mai tentato di corrompermi?Per saperlo dovrei affrontare la prova.
Preferisco di no. Potrei sorprendermi disonesto e non mi piacerebbe, dopo una vita di illusioni. Anche se con la qualifica di disonesto apparterrei di diritto alla maggioranza dei “fanno tutti così”, come, più o meno, proclamò Craxi buonanima davanti al parlamento.
Eppure, l’occasione per mettere alla prova il mio grado di onestà c’è stata. Esattamente il 16 gennaio 2015 quando il dottor De Benedetti seppe  dal capo del governo che un decreto avrebbe salvato non so quali banche in difficoltà.
Non è un segreto: l’ha rivelato lo stesso De Benedetti, anche se non tutti i giornali lo hanno riportato. Chissà perché.
Se il dottor Renzi avesse avvertito anche il sottoscritto, forse anch’io avrei  partecipato al banchetto borsistico.
Vero è che non avrei avuto da investire i cinque milioni di De Benedetti e i 600 mila euro guadagnati…
Ho qualche difficoltà a scrivere “guadagnati onestamente”.
… e i 600 mila euro me li sarei sognati.
In ogni caso i miei quattro stracci da mettere su quelle banche ce li avevo. Sono uno che si accontenta.
Meglio che il dottor Renzi non mi abbia coinvolto. Posso restare con l’illusione di essere uno degli ultimi onesti in un mondo disonesto.
Fino a quando lo resisteremo, amici miei onesti?
Fino alla emanazione, immagino prossima, della legge che fisserà un limite all’onestà e stabilirà che fino a 50 mila euro (una cifra a caso) si può essere onesti. Oltre, l’onestà non sarà più tollerata e verrà punita esemplarmente. Forse con il carcere, forse con pene corporali o, può darsi, con l’obbligo della povertà per l’intera esistenza. La pena dipenderà dal legislatore. Cioè dal parlamento.
Siamo messi così.
Veramente io vivo in tempi oscuri… poetava il buon B.B. Correva l’anno 1938 dell’era hitleriana.
Cosa scriverebbe oggi 2018 dell’era dell’italica impunità?

loriano macchiavelli

ROSATELLUM

in italiano ROSATELLO: è un vino della zona del Chianti. Di recente si è scoperto che i nostri politici pare, attenzione, PARE ne facciano un uso smodato. I risultati si vedono già, ma li vedremo meglio dopo le elezioni.
Macchia

ANCORA A PROPOSITO DI TEMPO DA ELFI.

Succedono strane cose nel mondo virtuale.
Per esempio, l’elfo Riccardo Clemente (chi rappresenti lo leggerete in calce alla sua elettromissiva) scrive questa commento al romanzo Tempo da elfi, uscito da pochi giorni e scritto da Francesco  e dal sottoscritto. Lo intitola INFAMANTE e lo trovate su Amazon, nello spazio dedicato al nostro romanzo.

Come Elfo, ed anche come Presidente della rete Italiana dei villaggi ecologici sento che questo libro è incredibilmente diffamatorio!!!!!
Nel suo trailer parla di gente con la scabbia, di cani malnutriti. Ma quando? Forse 20 anni fa?
Ma si è preso la briga di venirci a visitare?
Lei parla e scrive di una realtà con 36 anni di storia, senza essersi preso la briga di consultarci, usando il nostro nome è raccontando storie che sarebbero i brividi a chiunque. La realtà degli Elfi, di cui sono enormemente orgoglioso, è una storia di un modello di società alternativo, basato sul cerchio e l’uguaglianza tra i suoi membri, dove c’è una creatività ed arte invidiabile a molti. Gli Elfi si stanno prodigando nel portare questo messaggio attraverso la rete italiana ed il GEN ( Global Ecovillage Network) nei vari ecovillaggi europei.
Nella comunità si svolgono workshops Di comunicazione non violenta, si pratica il parto naturale, c’è una scuola familiare per i bambini.
E lei sputa sentenze su di noi?
Vergogna.
Riccardo Clemente
Copresidente della RIVE.

Preoccupato per quanto letto, mi sono chiesto che accidenti avesse pubblicato l’editore e ho riletto il romanzo. Non ho trovato elfi con la scabbia né cani malnutriti. Non ho trovato elfi maltrattati e malgiudicati, non ho trovato sentenze sputate o da sputare. Ho trovato, invece, un grande rispetto per le scelte degli elfi, per il merito di aver ripopolato i borghi di montagna abbandonati da anni, per le loro abitudini e per il loro prezioso lavoro a salvaguardia della nostra montagna, per i bambini che tornano a correre sui sentieri dell’Appennino, come faceva un tempo il Guccini Francesco consumandoci i sandali nuovi.
Per informazione dell’elfo Riccardo: abbiamo, Francesco e io, visitato loro villaggi, intervistato molti elfi trovando una disponibilità rara per i nostri tempi.
Allora, elfo Riccardo, VERGOGNA di che?
La vergogna che lei ci invita a provare, la rimando al mittente con questa aggiunta: non sarà che lei ha letto un altro romanzo? Dia una controllata al titolo e agli autori.

Un’altra elettromissiva, sempre su Amazon. Questa, per fortuna, molto più garbata e riflessiva ma che merita una risposta.
Il titolo: bello (grazie), assolutamente consigliato ma…
Elena il 24 settembre 2017
trama avvincente, descrizioni bellissime e spesso molto poetiche. personaggi con gran carattere, veri, umani, solo una cosa mi lascia perplessa: alcune descrizioni sono state riprese quasi fedelmente dal primo romanzo, una scelta che mi sta dando un po’ da riflettere…

Cara Elena, nei romanzi seriali i personaggi ricorrenti e le descrizioni di luoghi, anch’essi ricorrenti, vanno riproposti per i lettori che li incontrano per la prima volta. Francesco Guccini e io abbiamo deciso di riproporli come li abbiamo presentati nel primo romanzo (nel caso, Malastagione, Mondadori, 2011). Non lo facciamo per scrivere meno, Elena. Lo facciamo per ricordare anche ai lettori affezionati che quelli erano i personaggi e i luoghi che già hanno conosciuto nei romanzi precedenti. Usare le stesse parole (quasi), facilita il ricordo.
Ti ringrazio per leggerci e per l’attenzione che ci metti.
Al prossimo romanzo.
Macchia.

https://www.facebook.com/GiuntiEditore/videos/1604322746287375/

A proposito di Uno sterminio di stelle.

 

Il 29/07/2017 un certo zan scriveva questo parere su ibs. Riguardava il mio romanzo Uno sterminio di stelle:

“Si lascia leggere con gradevole facilità, anche se non mi sembra fra i migliori della serie. I personaggi sono i soliti degli ultimi romanzi e la trama, malgrado un inedito (per Macchiavelli) rimbalzo fra epoche diverse, prende ma non tantissimo. Un po’ imbarazzante il trovare in questo romanzo intere pagine di copia e incolla, identici fino alla virgola, con parti di romanzi precedenti.”

Mi dispiace perché evidentemente non sono riuscito a far capire al lettore le mie intenzioni.
Non ho riportato intere pagine di copia e incolla, identici fino alla virgola, con parti di romanzi precedenti perché sono infingardo o sfaticato. O tanto per fare pagine. E non sono per nulla imbarazzato.
L’ho fatto perché con questo romanzo ho voluto rendere omaggio ad alcuni personaggi di romanzi precedenti che, secondo me, sono particolarmente riusciti.
Sono:
La barista del bar del mercatino;
Locasciullo e Feliciani, della scientifica;
Salvatrice Prenotato;
Poli Ugo, viceispettore aggiunto, lo Zoppo;
Climèt, detto Chèroté;
Trebisonda, gambe snelle, lunghe e ben portate, scoperte il giusto e posate su tacchi di dodici, sottili come spilli. Sedere degno di nota. Come i fianchi e tutto il resto. Vero nome Dirce (quasi Circe)…

Insomma, una specie di passerella e non solo per personaggi, ma anche per situazioni particolari. Per me, riportare intere pagine non voleva dire tirare via. Non sono il tipo, dopo 43 anni di libreria. Voleva dire ripresentare quei personaggi e quelle situazioni con le stesse parole, virgole comprese, in modo che subito il lettore potesse individuare il romanzo nel quale li aveva incontrati e collocarli, nella sua memoria, nella giusta dimensione.
Forse Zan non leggerà mai questa nota, ma l’ho scritta e messa sul sito per i futuri lettori che la pensassero come lui.

UNO STERMINIO DI STELLE – Sarti Antonio e il mondo disotto.

Uno sterminio di stelle - Sarti Antonio e il mondo disotto (Mondadori 2017)Ovvero: l’anno dei grandi ritorni.

Eccolo qua: ho cominciato a pensare a Uno sterminio di stelle – Sarti Antonio e il mondo disotto, nel 2010.
Nel 2011 e nel 2012 ho raccolto dati e buttato giù i primi appunti.
Nel 2013 e 2014 ho abbandonato il progetto per dedicarmi, assieme a Francesco Guccini a La pioggia fa sul serio.
Nel 2015 ho lavorato a lungo e con grande piacere al romanzo Noi che gridammo al vento.
Uno sterminio di stelle – Sarti Antonio e il mondo disotto (Mondadori, 2017) l’ho completato quest’anno. È in libreria dal 27 giugno.
Il 2017 è l’anno dei grandi ritorni.
Spiego.
È tornato il commissario Soneri di Valerio Varesi, dopo anni di lontananza dalle librerie. Lo troverete nel romanzo Il commissario Soneri e la legge del Corano (Frassinelli, 2017).
È tornato il commissario De Luca di Carlo Lucarelli nel romanzo Intrigo italiano (Einaudi, 2017) dopo undici.
È tornato Sarti Antonio, sergente, dopo cinque.
Vuol dire qualcosa, credo. Almeno vuol dire che, nel panorama del romanzo di genere, i lettori scelgono i personaggi che funzionano, che lasciano un bel ricordo e li incontrano volentieri anche a distanza di anni. Come succede fra amici.
I tre personaggi hanno una particolarità che li accomuna: a modo loro sono degli onesti. In Paese che affonda sempre di più nell’illegalità. È difficile, credetemi, anche solo immaginare, ai nostri giorni, personaggi con quella caratteristica.
O è un difetto?
Fate voi.