Tutti gli articoli di Sgumbei2011

E a chi resta, arrivederci

“Ci sono molti modi per scendere nei sotterranei di Bologna e potrei dirveli tutti, ma che ve ne fareste? La strada più comoda è via dell’Inferno 10. Un condominio con il portone di strada da aprire, ma per Pellicano non è un problema. Conosce la serratura a occhi chiusi”.

Click sull’icona per vedere a pieno schermo

Sta arrivando nelle librerie E a chi resta, arrivederci , un’antologia di racconti proposta da Einaudi nella collana STILE LIBERO EXTRA.

Per l’occasione Loriano si è confrontato con la figlia Sabina, raffinata curatrice e autrice a sua volta di articoli e racconti per riviste, quotidiani e antologie.
Sabina Macchiavelli tiene anche corsi di scrittura creativa.
Qui si ritrova a intessere un dialogo col padre sul tema dell’inferno intorno a noi.
Inferno che c’è, eccome. Difficile da riconoscere perché sommerso, nascosto, volutamente dimenticato. Così confrontano le esperienze di chi ha vissuto e conosciuto sulla propria pelle l’atrocità della guerra e la rivive nella sofferenza di oggi. Dall’altra parte ecco lo sguardo di chi cerca nelle storie delle persone che incontra una risposta alle domande più difficili.  L’orrore del secondo conflitto mondiale si riflette nei massacri che hanno devastato i Balcani.  I sotterranei di Bologna, dove una famiglia clandestina festeggia il Natale con un improbabile cenone, sono bui come la tossicodipendenza in cui finisce una coppia di innamorati. E come non vedere un parallelo tra le ruspe che, in nome della legge, trasformate in carri armati straziano e cancellano una baraccopoli e la famiglia di sfollati in fuga da una strage nazista ?E a chi resta, arrivederci - Einaudi Stile Libero Extra, 2013
C’è, come in ogni inferno, la solidarietà possibile: il gesto di Sarti Antonio, sergente, che porta da mangiare ai nomadi. Ma c’è soprattutto la memoria di ciò che è stato, da difendere da ogni tentativo di rimozione.

Un inedito dialogo tra padre e figlia in 22 storie, un incontro tra generazioni che racconta come è cambiato il nostro Paese.

In uscita il 17 settembre 2013.

Progetto grafico di Gaetano Falcinelli
In copertina: foto © Tanja/Tiziana / Doublecrossed
Photography / Flickr / Getty Images

Nella sezione Interviste del sito l’incontro di Sabina e Loriano Macchiavelli con Erika Zini di CIAOradioTV, nella rubrica BookMania, in onda il 23 novembre 2013.

Introduzione a Come nacque il film “L’archivista”

Come nacque il film L’archivista

Riceviamo, molto volentieri pubblichiamo e segnaliamo per la lettura:
da Guido Ferrarini – attore teatrale e regista

Che fare un film sia impossibile, soprattutto per la televisione, l’ho imparato dalla mia unica esperienza cinematografica. Ma cominciamo dal principio, come si dice.
Noi del GTV: se volete sapere cosa fosse e chi eravamo leggetevi qualcuno dei libri che sono stati scritti su di noi.
Noi del GTV, dicevo, eravamo tutti – e lo siamo tuttora – un bel po’ matti. Portiamo ancora sulla pelle quel marchio indelebile, come la perfida “Milady” dei tre moschettieri. Sarà per questo che le imprese più strane e bizzarre, qualche volta anche nobili, perché no, fanno parte del nostro DNA.
Quella volta si trattò di “fare un film”. Il promotore dell’idea fu Macchiavelli. Lo chiamavamo sempre per cognome, tutt’al più Macchia.
Macchiavelli era quello di noi che aveva fatto più “fortuna”. Era diventato scrittore di gialli, utilizzando un dono per la scrittura da fuoriclasse alla Maradona, o alla Messi se vogliamo apparire più giovani e informati. Dotato di una tenacia possibile solo in un montanaro qual è (segue…)

 

Un giorno o l’altro al Biografilm Festival 2013

Biografilm Festival

Un giorno o l’altro.

Dalla gentile signora Caterina Mazzucato ricevo con piacere la notizia che il registra Vincenzo Fattorusso, girato un documentario sul Gruppo Teatrale Viaggiante, lo presenterà il 14 giugno al Biografilm Festival di Bologna.

Il documentario narra l’esperienza giovanile che accomunò me, Guido Ferrarini attuale direttore artistico del Teatro Dehon a Bologna, Paolo Bondioli e tanti altri, a cominciare dal motore primo del GTV, quel Luciano Leonesi di cui parlo più diffusamente nella sezione Teatro di questo stesso sito.

Venerdì 14 giugno, ore 20:00 al cinema Lumiere

Via Azzo Gardino, 65 – Bologna – 051.2195311

IN PROGRAMMAZIONE, nell’ambito del BIOGRAFILM FESTIVAL (dal 7 al 17 giugno):

14/06/2013: Un Giorno o l’altro, di Vincenzo Fattorusso (Italia, 2013, 60’)

Il Gruppo Teatrale Viaggiante nasce a Bologna nel secondo dopoguerra. Per Paolo, Guido e Loriano, il teatro è portatore di voci, idee ed emozioni, da scambiare con il proletariato, con gli esclusi e con gli emarginati. Un teatro attivo, che può migliorare la società. Per oltre quindici anni la compagnia itinerante autogestita gira per piazze, fabbriche, circoli ARCI, cortili di case popolari, arrivando persino in Palestina per raccogliere filmati destinati a raccontare, negli spettacoli, il dramma di quella terra insanguinata dal conflitto. Quindici anni, e poi i loro destini si dividono, ma un seme è stato gettato, e altre esperienze, altre compagnie arricchite dal loro esempio proseguiranno sulla strada che hanno tracciato.

Viene da dire: Calorosi gli applausi da domani si replica.
Se tutto va bene, ci vediamo là.

 

Macchiavelli, la mia Bologna e Sarti Antonio

Macchiavelli, la mia Bologna e Sarti Antonio

Loriano Macchiavelli«Devo tenere botta fino al 2014, anno in cui Sarti Antonio avrà la stessa età di Maigret, così nel 2015 lo batto!» Come sempre sorride sornione, Loriano Macchiavelli, maestro bolognese del giallo italiano che tante volte, grazie al suo questurino Sarti Antonio, ha raccontato i cambiamenti della città. L’ironia della scimmia (Mondadori) è la sua ultima fatica, il romanzo numero 40 della sua carriera, oltre a decine tra racconti, sceneggiature, testi teatrali. Per questo Sandro Toni alla libreria Ambasciatori lo definisce «il più prolifico autore italiano del dopoguerra, con Camilleri». Scherza, ma parla seriamente quando dice che «molti giallisti oggi negano di esserlo, come fosse un delitto. Spiace, perché il giallo è stato il vero specchio della società italiana».

Macchiavelli non è tra questi, non si vergogna del giallo, anzi. Il genere è per lui più vivo che mai: «usiamo il giallo dagli anni ’80 per raccontare la nostra storia. Si dice che oggi ci sono tanti romanzi, meglio così: più ce n’è, più è facile che ce ne siano di belli. E ben vengano i giovani autori: portano nuove energie, devono però non adeguare le storie a quel che succede, ma anticiparle». Così Macchiavelli introduce il suo nuovo romanzo, «da leggere a partire dalla iniziale dedica agli Aquilani», perché è ambientato solo per metà a Bologna. «Si parte qui, ma poi Sarti è chiamato a l’Aquila per indagare e si muove in una città che non conosce», ma che Macchiavelli ama molto: «ci sono andato più volte. E mi ripetevo che dovevo scrivere di Campo Imperatore, che loro chiamano ‘il nostro Tibet’, e del Gran Sasso».

Loriano MacchiavelliIn realtà un racconto su quei luoghi era già apparso nell’antologia Crimini italiani (Einaudi): Il confine del crimine. «Ma era difficile raccontare quel posto in 30 cartelle, così ci sono tornato per un romanzo. A l’Aquila, nel 2012, ho trovato una città morta, con le macerie che occupano il centro. Nel futuro rischia di essere la Pompei del 2000, e fuori dal centro storico, nelle new town, le case perdono pezzi per strada».

Il personaggio Rasputin, centrale nel nuovo romanzo, appare per la prima volta in quel racconto. E da quei luoghi proviene anche un’altra figura: il pastore. «In un giro che feci su Campo Imperatore un aprile di molti anni fa ho incontrato un pastore che leggeva. Che leggi?, gli avevo chiesto. E lui mi aveva mostrato la Divina commedia. Mi aveva colpito, e nel libro lo omaggio. Offre a Sarti Antonio degli arrosticini».

Oltre all’Abruzzo c’è Bologna, verso la quale però Macchiavelli ha cambiato atteggiamento, secondo Toni: «a partire da Strage, del 1990, qualcosa è cambiato in te. Prima aggredivi Bologna, città che degrada, dopo mi sembra tu abbia cercato ragioni in eventi non facilmente percepibili. Hai messo insieme una realtà che sta sotto». Macchiavelli sorride col suo sorriso: «è che sono invecchiato e mi chiedevo se davvero valeva la pena di aggredirla senza fermarmi a capire. Non si può raccontare Bologna senza parlare di quello che le sta intorno, prima e durante. La strage di Bologna, ad esempio, deriva da Portella della Ginestra. Mi sono messo a cercare le radici. Gli avvenimenti che racconto in L’ironia della scimmia vengono dal passato, e i dieci quadri che intervallano la storia principale, i fatti che raccontano, come sono avvenuti, causano quello che siamo oggi. E su Bologna… non voglio più indagare questa città, l’ho raccontata per una trentina di anni, e se insisto finisco per odiarla. Per me molte cose ora sono incomprensibili, invecchio come Sarti Antonio, vedo tante cose cambiare e non mi ci ritrovo, non le capisco».

Eppure Bologna, personaggio costante dei suoi libri, c’è. E c’è il terremoto del maggio scorso, che sorprende Sarti Antonio in piazzetta Marco Biagi. Ma, dice la voce narrante guardando in alto, sopra i tetti: “Le due Torri hanno tremato tante volte nel corso dei secoli. Sono ancora là”. «In fondo – dice – Questa frase è un omaggio alla città che ancora amo».

(foto di Roberto Serra)

Articolo tratto da:

caffeletterario-bologna

Arriva la scimmia

Sarti Antonio è tornato. E torna per andare da Bologna in trasferta, addirittura tra le macerie del terremoto de L’Aquila. Sarà il casoRomanzo di Loriano Macchiavelli, protagonista Sarti Antonio, 6 novembre 2012 di seguirlo, per vedere in quali affari ficca il naso e in quali guai si è cacciato, questa volta.
Roba grossa. E non dico altro.
Che il nuovo romanzo fosse nel grembo dell’autore si sapeva, lo abbiamo anticipato quasi un anno fa in questa stessa sezione delle news. Anzi, ne abbiamo persino pubblicato l’incipit.
Bene: l’attesa sta per finire. In molti siti che trattano di libri e nelle librerie on line si può già leggere la notizia. L’uscita ufficiale del nuovo romanzo di Loriano Macchiavelli è il 6 novembre 2012, in contemporanea alle elezioni presidenziali americane (ma non fatevi fuorviare, è solo una coincidenza). L’IRONIA DELLA SCIMMIA esce per i tipi  di Mondadori, nella collana Omnibus e contiene 317 pagine fitte di azione e di mistero. Un nuovo, affascinante personaggio femminile vi irretirà con la sua complessa, poliedrica, intrigante personalità. A farne le spese, manco a dirlo, Sarti Antonio. Ma c’è molto, molto di più. Il Vecchio, per esempio. Poi, alla fine…
Per sapere come comincia, come va a finire ma anche per il piacere di leggere le nuove avventure del più longevo questurino italiano, appuntamento il 6 novembre in tutte le migliori librerie. Le migliori ma anche tutte le altre. In fondo, perché negarglielo ? Sarebbe ingiusto. I libri sono fatti per essere letti. Specialmente un libro giallo come questo!

f.z.