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Questa sezione è dedicata alle notizie su Loriano Macchiavelli, oltre a segnalazioni, idee, progetti scritti di suo pugno. Seguitelo.

LETTERA APERTA

Caro Michele Serra,
so che non leggerai mai questa mia, impegnato come sei in affari più urgenti e importanti. La scrivo per i miei lettori. Per in formarli.
Dunque, caro Michele Serra,
forse ti ricordi del sottoscritto: assieme abbiamo partecipato ad alcuni incontri durante i quali le nostre idee correvano sullo stesso binario. Ma si tratta di molti, moltissimi anni fa e oggi il binario non è più lo stesso. Non so, in coscienza, chi dei due abbia preso il binario sbagliato per raggiunge una destinazione che ci era comune.
Un amico mi ha fatto avere il tuo intervento (articolo? Brano teatrale? Scenetta comica? Semplici divagazioni?) su L’Espresso del 4 dicembre dal titolo La Nuova Costituzione fascio-grillina.
Con molto ritardo desidero farti sapere cosa ne penso, anche se so che non te ne frega (come vedi uso un linguaggio fascista) niente.
Non ho avuto l’impressione che sia stato suggerito dall’ironia che spesso sta nei tuoi scritti. Né mi sembra un brano comico sul referendum costituzionale, che è finito come sappiamo.
Ci ho trovato molto rancore verso chi non ha votato come avresti voluto tu. Un rancore neppure nascosto specie là dove tratti il Partigiano come un povero suonato incapace di intendere.
Forse hai dimenticato che è proprio grazie a quel partigiano (il quale,  oggi, a novanta’anni e più, può permettersi di essere un po’ sordo), se tu oggi scrivi ciò che vuoi e ti è consentito pure di offendere le opinioni di chi, ripeto, non ha votato come avresti voluto tu.
Per scrupolo: vuoi vedere che mi sono sbagliato a votare no? Per scrupolo ho riguardato la famosa e preziosa (in quanto ormai oggetto da museo) Costituzione boschirenziana e non l’ho trovata molto meglio di quella che avrebbero potuto scrivere gli squallidi personaggi della tua scenetta.
Anzi, in certi passaggi, l’ho trovato addirittura migliorativa.
Questione di opinioni.
Con il mio risentimento.
Loriano
PS, Il brano al quale faccio riferimento lo trovate:
http://espresso.repubblica.it/opinioni/satira-preventiva/2016/11/30/news/la-nuova-costituzione-fascio-grillina-1.289705
lor .

GRAZIE DARIO

Grazie per quello che hai regalato a me e ai compagni di viaggio del Gruppo Teatrale Viaggiante. Il mitico GTV.
Per i consigli durante le tue visite al Sanleonardo, durante le prove che seguivi come se le stessi guidando tu.
Per averci offerto di partecipare assieme a te a quella splendida esperienza che è stata La Comune.
Per le cene a base di cozze, assieme a Franca, a Cesenatico. Non ho mai potuto soffrire le cozze eppure le mandavo giù. Con molti, troppi bicchieri di vino.
Per il prezioso sostegno alla nostra esperienza.
Per le parole che hai scritto nella presentazione al testo di Luciano Leonesi Calorosi gli applausi
Per l’amore che hai regalato al teatro, compreso il nostro.
Per come rispondevi alle nostre telefonate. Sempre.
Per come ci accoglievi nella tua casa di Milano.
Per come eri disponibile alle nostre richieste.
Per esserci stato amico.
Per averci consentito di chiamarti “amico Dario Fo”.

A gloria di tutti quanti noi, che siamo stati il GTV e, in primis, a gloria di Luciano Leonesi che ne è stato il capo e fondatore, voglio finire il mio breve (e forse inutile) ricordo riportando la frase che hai pronunciato alle ore 20,45 del 17 settembre 2006 nell’Aula Magna dell’Università di Bologna, ex chiesa di Santa Lucia.
Le chiese sconsacrate fanno parte della storia del GTV.
Nella ex chiesa di Santa Lucia avevi appena finita la presentazione del tuo volume sul Mantegna, appena finito di firmare centinaia di volumi e, sudato dalla testa ai piedi, ti trattenevi a parlare con noi, con quello che restava del GTV.
Ai tuoi custodi – protettori che, giustamente, ti sollecitavano a tornare in albergo se non volevi prenderti un malanno, rispondevi:
«Lasciatemi parlare con questi amici. Voi non lo sapete, ma il loro incontro è stato molto importante per il mio lavoro.»
A me è bastato per gratificare anni e anni del nostro teatro che  questa Bologna  di poca cultura e ancor meno acume, aveva considerato con la sufficienza e la sopportazione degli stupidi. Allora e oggi.
                                                                                                           loriano macchiavelli,
                                                                                                          in morte di un amico.

L’Archivista. Sprezzante come sempre, è in libreria.

Poli Ugo, archivista della Questura di Bologna, vice ispettore aggiunto, è tornato.
Ma dove ?
In libreria.
Quello che L'archivista - Giallo Mondadori 1981archiviava ancora a mano le pratiche dei colleghi ?
Sì, lui e sì, a mano. Perché nell’81 di computer ancora non si parlava e il cellulare era solo quello con 4 ruote, il volante, la porta con le sbarre e il catenaccio.
Poli Ugo, ma sì, dai, mi ricordo benissimo, quello che i colleghi chiamavano “lo zoppo”.  Ma prega che non sentisse, sennò… dava di matto e  ti spaccava la zanetta in testa.
Chi segue questo sito sa chi è, lo ha conosciuto grazie al romanzo L’archivista, Giallo Mondadori n.1717 – 1982. Lo conosce e non lo dimentica neanche chi ha visto il film dal medesimo titolo, quel L’archivista girato per la regia di Guido Ferrarini, interpretato da Flavio Bucci e trasmesso su RAI UNO nell’88.
Vero, vero. Ne parlavamo giusto nel post precedente.
Ohi, è vero sì, quel Poli Ugo… Che bestia ! E mentre dico così chiedo scusa alle bestie. Lo ritroviamo anche nelle pagine di Sarti Antonio e il malato immaginario, con le illustrazioni di Magnus, nientemeno.
Un personaggio odioso, sprezzante, cinico e cattivo, ma sul serio, mica quei burattini di Hollywood.
Chi ha detto malevolo ? Esatto !
Poli Ugo vede la luce nel 1981. E ha un passato pesante, alle spalle. LìArchivista ristampa 2016 Einaudi Stile libero BIGNon è colpa di Macchiavelli. I tempi erano quelli che erano,  c’era stata la bomba in stazione e la fine delle pie illusioni di una Bologna da cartolina. Oggi i tempi sono maturi per farlo tornare. Tornano l’egoismo, la misoginia e la misantropia, la crudeltà e la supponenza di un sicuramente bravo investigatore, per carità. Fu relegato a gestire l’archivio dopo un incidente con l’auto di servizio.  Stava facendo la scorta a un politico, pare. Uno di quelli che allora contava. E per un bel po’ d’anni. Fu lì che ci rimise la gamba. Incidente  dai contorni poco chiari. Anzi, chiari per niente. Ma certe cose vanno così.   Relegato da quel fetente di Raimondi èverocomesidice Cesare, il superiore di Sarti Antonio, a fare il burocrate , invece dell’investigatore. Lo hanno fatto incazzare del tutto.  Non che fosse una pasta d’uomo neanche prima.
Ti dico l’ultima: l’editore non lo voleva stampare quel romanzo. Un poliziotto troppo fascista, non va mica bene. No, no, non se ne parla, dissero alla Garzanti. Poi ci furono la Uno Bianca e i fatti di Genova, la Diaz. E dovettero dar ragione a Macchiavelli.
Ben, come al solito: ma cos’ha, lui lì, Loriano, una sfera di cristallo, in casa? Comunque, che personaggio, quel Poli Ugo lo zoppo. Le Fotogramma 1 dal film L'archivistainchieste prima o poi passano tutte dalle sue mani. Ovvio: è lui  l’archivista. Così, se gli arriva un caso insoluto che lo ispira, ne approfitta per indagare da sé. Trovata a modo suo la soluzione, archivia.
Come, archivia ?
Sì, bada, risolve i casi e non dice niente a nessuno, né ai colleghi né ai superiori !
Che soggetto. E quando dico a modo suo, quale sia il modo meglio non farlo sapere in giro, te lo dico io.
Hai ragione: una bestia.
Come diceva pure ? “Vogliono che archivi ? E io archivio !!”
Sì, sì, è vero ! Indimenticabile.
Poi alla direzione della collana Mondadori arrivò Oreste del Buono, lesse il romanzo e lo pubblicò: Anzi, disse al Macchia: Questo personaggio farà strada. L’unica volta che l’OdB si sbagliò.
Ma non è detta l’ultima parola…
Per chi se lo fosse perso, c’è rimedio. Basta andare in libreria, oppure ordinare via internet. Trovata la ristampa de L’archivista – 31 maggio 2016 – Einaudi, collana Stile Libero BIG – ancora calda e profumata di rotolito la compra, la porta a casa, la legge e stupisce. Effetto garantito.
Ancora perplessi ? Benissimo, c’è la postfazione al libro dello scrittore e giornalista Tommaso De Lorenzis; in confidenza, l’han messa nelle pagine del blog Giap! dei Wu Ming. La presenta Wu Ming 4 e si intitola Il ritorno de “L’archivista”.
Cliccato sul link ? Visto ? Sì, lo so che letta prima del libro diventa una prefazione ! E ancora non ci credete ? “Figuriamoci!” direbbe lo zoppo. Allora non vi resta che constatare di persona. Mano al libro, dunque.
Si ricomincia. Dagli anni ’80. Da dove, sennò ?
Vero. In fondo è da là che veniamo.

Sgumbei2011

Un Premium per gli appassionati di Sarti Antonio

RAI Premium
Per chi ha amato il Sarti Antonio televisivo, il questurino che gli sceneggiatori Un poliziotto una citta'promossero sul campo al ruolo di ispettore, segnaliamo che RAI Premium, Canale 25 del Digitale Terrestre e Canale 15 di tivùSAT, ha messo in programmazione le repliche de L’ispettore Sarti, in onda ogni domenica alle ore 16:35. Per loro si è trattato di un vero e proprio premium, un regalo.
Per avere informazioni sulle puntate successive è possibile consultare la GUIDA TV di RAI Premium.
Sia merito a RAI Premium e sia reso un grazie a tutti coloro che hanno già postato commenti sulla pagina Le Serie TV di Sarti Antonio. Potete aggiungere i vostri anche in calce a questo post.
Agli appassionati e a tutti i lettori del sito anche Loriano vuole fare un piccolo regalo: l’inizio – i primi 3 minuti – del primo sceneggiato (nel 1978 non si chiamavano telefilm né tanto meno fiction ma sceneggiati) con Sarti Antonio protagonista, che non era il bravo Gianni Cavina ma Flavio Bonacci (ne parliamo più diffusamente nella pagina delle Serie TV di Sarti Antonio).
L’altro regalo di Loriano è in arrivo. Scoop! sta iniziando a lavorare al nuovo libro con Sarti Antonio, che quest’anno entrerà nel guinness degli ispettori di… carta, superando il Maigret di George Simenon. Oltre 40 anni di vita letteraria.

Guido FerrariniIntanto, alla pagina Come nacque il film L’archivista potete leggere le incredibili avventure che li videro protagonisti dalla viva penna del regista, l’amico di sempre Guido Ferrarini con la compagnia teatrale G.T.V. (Gruppo Teatrale Viaggiante). L’archivista è stato l’unico vero e proprio film, un lungometraggio, inizialmente auto-prodotto dall’autore e dai suoi “complici”. Nel ruolo del protagonista un già famoso e bravissimo Flavio Bucci. Alla fine il film fu presentato al Festival del Cinema di Locarno e poi trasmesso da RAI UNO, il  27 settembre 1988.

Se vi interessano altri video su Sarti Antonio e con Loriano Macchiavelli, visitate e condividete il canale Youtube di Loriano.

Sarti Antonio e il malato immaginario Cappelli 1988E a proposito di media, gli appassionati di fumetti potranno vedere, qui nel sito, alcuni bozzetti animati del grande disegnatore ormai scomparso Roberto Raviola, in arte Magnus (Alan Ford, Kriminal) alle prese con l’archivista Poli Ugo ne Sarti Antonio e il malato immaginario.
Da non perdere.

Buona visione a tutti !

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In viaggio con lo scrittore Loriano Macchiavelli a Portella della Ginestra

Sulle tracce della madre di tutte le stragi del dopoguerra italiano, compiuta dalla banda di Salvatore Giuliano il primo maggio 1947 in località Portella della Ginestra, Sicilia, Loriano Macchiavelli ha raccolto appunti scritti – come suo solito – ma anche materiale video, con l’aiuto di Franco Insalaco, che lo ha accompagnato in quell’esperienza impugnando la telecamera. Da quelle riprese è già stato tratto il video dell’articolo precedente, ma ora Franco ha reso disponibile un proprio trailer. A corollario del libro “Noi che gridammo al vento” ecco il trailer, che al suo interno contiene anche il testo della poesia di Francesco Guccini “Avevo la bocca piena di sole”, già pubblicata nel libro “Noi che gridammo al vento”, Edizioni Einaudi, collana Stile libero BIG (2016).
In questo modo il maestrone ha voluto essere partecipe del lavoro di Loriano. Nel trailer li vediamo, Loriano e Francesco, mentre parlano di un controverso “caso” nel caso: la partecipazione di elementi della Decima Mas al compimento della strage. Dalle testimonianze raccolte emerge che l’ipotesi è priva di ogni fondamento.
Buona visione.

Aggiornamento: una nuova e più estesa versione del video,  con la poesia di Francesco Guccini “Avevo la bocca piena di sole” a cura e con la regia di Franco Insalaco, è disponibile sul sito Giardino Filosofico e inventificio poetico

In viaggio con lo scrittore Loriano Macchiavelll a Portella della Ginestra - regia di Franco Insalaco