l’ultimo saluto all’ultimo cardinal lambertini

Chi mi conosce sa che ho sempre sostenuto di essere un uomo fortunato: molti dei progetti che avevo in mente li ho visti diventare realtà e io sono quello che avrei voluto essere. Ho avuto e ho molti amici, di quelli che durano una vita e anche dopo. Con questi amici ho lavorato in radio, nel cinema, in televisione, nel fumetto e soprattutto in teatro e letteratura.
            Guido Ferrarini, l’uomo dell’impossibile, è uno di questi. Ha sognato e realizzato progetti che solo lui avrebbe potuto. Il più importante, sono convinto, è la compagnia Teatroaperto e la sua sede, il teatro Dehon. Un punto culturale importantissimo che fa onore alla città di Bologna e che agisce in Italia e in Europa. Cosa gli sia costato, solo lui lo sa. E non in termini economici, in fatica fisica, intellettuale, in tensioni psicologiche e in rapporti sempre difficili con chi lo ha osteggiato, non comprendendo le possibilità culturali dei suoi progetti.
            Ho vissuto assieme a lui la meravigliosa avventura della realizzazione del film L’Archivista, 1985. Solo lui poteva riuscirci. Leggete come andò scegliendo “FILM E TV” dal menù del sito e cliccando su “come nacque il film L’Archivista”.
            È stato solo uno dei tanti progetti impossibili, perché Guido Ferrarini non ha mai smesso di progettare e realizzare.
            Negli ultimi due anni ha avuto una serie infinita di problemi fisici
che avrebbero stroncato chiunque. Bene, ha dato il meglio di sé.
            Oggi dico addio all’ultimo Cardinal Lambertini.
            Sei in ottima compagnia, caro Guido. Con te sul palcoscenico del luogo, ovunque sia, dove sei approdato stavolta, ci sono Ermete Zacconi, Bruno Lanzarini, Arrigo Lucchini, Gino Cervi, Gianrico Tedeschi. Indossate tutti il costume del cardinale Prospero Lambertini.
            Non so chi ti sostituirà sul palcoscenico del tuo teatro, al Dehon. E, peggio, non so se mai qualcuno ti sostituirà: questa nostra città ha perduto il senso dell’ironia.
            Per quanto mi riguarda, caro Guido, ti ricordo un altro dei tuoi progetti, forse il più impossibile, che tu hai realizzato: trascinarmi sul palco come tuo fedele servitore Costanzo, in una memorabile, almeno per me, edizione della commedia. La regia era di un altro grande amico nostro, Luciano Leonesi.
            Ti ho perdonato. Non so se lo hanno fatto i bolognesi che hanno avuto il privilegio di assistere a quell’edizione: non dimenticheranno mai il peggior Costanzo che sia mai apparso accanto al Cardinal Lambertini.

Ciao, Guido, da
macchia

3 commenti su “l’ultimo saluto all’ultimo cardinal lambertini”

  1. Che dire?
    Un vuoto ulteriore nel mondo culturale, una persona autentica e coerente che ci lascia, lasciando il mondo un pò più povero. Speriamo che la tua creazione non muoia e continui a tenere vivo il tuo messaggio.

  2. Quando ci lascia una persona, anche non conosciuta, quando ci lascia un amico, un parente, quando ci lascia una persona di cultura, è sempre un grande dolore, rimane sempre un grande vuoto. Mi unisco al dolore suo, Loriano, a quello degli amici, dei parenti e a chi ha avuto la fortuna di usufruire della sua arte. Un forte ed affettuoso abbraccio!!! Enzo

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