Da quando a Bidè
hanno dato il potere,
che non è suo
ma delegato,
le sorti del mondo
sono cambiate
e il precipizio della follia
è a due passi.
Veramente noi ancora crediamo,
come nelle caverne,
al buono e al cattivo.
Ma quando verrà,
se mai avverrà,
il giorno che l’uomo sarà
d’aiuto all’uomo,
pensate a noi
senza indulgenza.
L’ARIA CHE TIRA 3
Veramente io vivo in tempi oscuri,
scriveva Brecht nel 1938,
vigilia della seconda guerra mondiale,
la benedizione che sappiamo.
Se i suoi tempi erano oscuri,
come potremmo chiamare
i nostri anni ?
Illuminati.
Dagli scoppi delle bombe
che esplodono ovunque
su questa terra disperata.
L’ARIA CHE TIRA 2
29 settembre 1944 a monte Sole:
Questa è memoria di sangue
di fuoco, di martirio,
del più vile sterminio di popolo
voluto dai nazisti di von Kesselring…
775 vittime: l’abbiamo chiamata
rappresaglia
ed eravamo certi
che non sarebbe accaduto
mai più.
Come chiameremo il delitto
che si sta consumando
oggi nel mondo?
L’ARIA CHE TIRA 1
Le decisioni di alcuni pesi europei di vietare le manifestazioni a favore dei palestinesi (che quindi sono considerati tutti indistintamente terroristi) sono il segnale che certi problemi si risolveranno solo quando uno dei due contenenti non avrà più fiato per combattere. E siamo sulla strada giusta.
Se rappresentassi oggi in un teatro o in una piazza, il mio testo teatrale Voglio dirvi di un popolo che sfida la morte, probabilmente verrei arrestato e processato come terrorista, con l’aggravante del razzismo. Lo facemmo nel 1972 con il Gruppo Teatrale Viaggiante fondato e diretto da Luciano Leonesi. Anche in quegli anni non tirava aria buona, ma si poteva combattere con le armi della conoscenza e non della menzogna diffusa a livello planetario. Allora l’Autorità competente si limitò a convocarci in questura per censurare il testo.
I tempi cambiano…
Oppure, semplicemente…
Completate voi. Grazie.
Secoli,
millenni di massacri e siamo rimasti quelli che eravamo: umani senza umanità. Assistiamo… Peggio: partecipiamo, spettatori inutili, alla corsa verso la fine del prossimo. Che inevitabilmente sarà anche la nostra.