Se i resoconti giornalistici sono veritieri, e non ho motivo per pensare il contrario, la relazione tenuta dal ministro della Difesa Crosetto alla commissione difesa di camera e senato dovrebbe, più che preoccuparci, allarmarci. A sentir lui, il nostro futuro esercito dovrà essere: più forte, meno frenato da vincoli legislativi, più finanziato e percepito non più come “costoso”, ma utile e “fecondo” per lo sviluppo del Paese, creando così una nuova “cultura della Difesa”.
Quando mai, nella storia dell’umanità, un esercito è stato utile e fecondo per lo sviluppo del paese? Se le parole hanno un senso, meno frenato da vincoli legislativi significa che l’esercito potrà agire anche al di fuori di quelle che sono le leggi attuali. Il che significa, ancora, che il governo provvederà a emanarne di opportune in armonia con una nuova cultura della Difesa. Leggi che prevedano come “la rapidità militare non debba scontrarsi con vincoli legislativi”.
Parole pesanti pronunciate da un ministro, quindi con effetti certi, che prefigurano un futuro terribile. Dichiarazioni gravissime che In un passato non lontano dall’attuale, avrebbero fatto scendere in piazza i cittadini in difesa della Costituzione.
Oggi no. Si plaudirà al ministro illuminato riformatore del concetto di esercito nell’era moderna.
Nota a margine di una notizia passata come acqua fresca:
in dialetto crose significhi croce. A noi non è toccata una crose non da poco. Una vera e propria crosetto(na) con tanto di legni pesanti e robuste e ben inchiavardate ferle. Ci manca la corona di spine sulla fronte. Pazienza: la stanno confezionando in alto loco.
macchia
CITAZIONE PER CITAZIONE
Dopo il garibaldino “qui si fa l’Italia o si muore”, qualcuno dovrebbe avvertirla che l’Italia è già stata fatta. Il 25 aprile 1945. Democratica e repubblicana. A meno che LEI (caro LUI) non ne abbia in mente un’altra, quell’Italia proletaria che Benito voleva fascista e in piedi.
Avanti così che vai bene!
Ora aspettiamo un deciso “alea iacta est” e un patriottico “tirièmm innànz”. Anche se un eroico e nostalgico “se avanzo, seguitemi, se indietreggio …” con quel che segue, mi sembrerebbe più in carattere con il personaggio e con i tempi che stiamo vivendo.
macchia
NOI E IL SEGRETARIO GENERALE DELLA NATO
Dice, lui. Dice, e ci illumina:
“Le armi sono la via per la pace”.
E noi, molti di noi, erano convinti,
e magari lo sono ancora,
che le armi servissero per la guerra.
Da quando mondo è mondo.
macchia
MI RICORDA…
La Giornata Nazionale dei Figli d’Italia, intelligente e necessario riconoscimento ai giovani italiani proposto dell’attuale governo di destra (mi raccomando: al massimo di estrema destra, non fascista), mi ricorda La Giornata Nazionale dei Figli della Lupa.
Bei tempi di mia infanzia quando vestivamo alla fascista. I ricchi, no. Loro vestivano alla marinara,
Dunque, anch’io vestivo da piccolo fascista. Obbligatoriamente, se no non mi facevano entrare a scuola. Piccolo fascista che sarebbe diventato balilla e poi avanguardista e poi, finalmente!, fascista integrale e integrato.
A mio padre non piaceva essere marito di un lupa e a mia madre piaceva ancora meno essere confusa con l’animale, se pure simbolo di romanità. Così siamo andati avanti, tutti e tre, fino al 25 aprile 1945. Dopo sono stato ufficialmente riconosciuto come figlio di Arrigo e di Marchi Amelia.
Da oggi avremo, speriamo, i Figli d’Italia di mussoliniana memoria. Chissà che, da grandi, uno di loro non diventi come LUI.
Firmato:
Loriano Macchiavelli di Arrigo e Marchi Amelia, ex figlio della lupa, oggi in aspettativa.
P S. ai miei 27 auguro un buon 2023 e ottime letture. A tutti, una classe politica decente. Per quest’ultimo augurio non basterà un anno. MI accontenterei che accadesse entro il 2024. Sarebbe un meraviglioso regalo per i 90.
macchia
OGGI
possiamo finalmente dire: abbiamo un governo di Meloni.
Nessun altro al mondo può affermare la stessa cosa. Sono orgoglioso di essere governato da Meloni. Aspetto un governo di Zucchini (Federico, un amico) e uno di Cicerchio (Antonio, altro amico mio).
macchia